Il patto nella coppia

Il patto nella coppia

Dall’inizio dell’Epoca moderna, il matrimonio non è più un’alleanza tra famiglie, ma è diventato una questione di autorealizzazione personale e un affare di successo sociale. Dunque, da un fatto prevalentemente “sociale”, il matrimonio diventa un’impresa personale.

Al centro dell’attenzione si pongono ora la coppia e la relazione.

La famiglia, basata sui legami di sangue e sulla solidarietà nei confronti della parentela, perde forza, mentre acquisisce rilievo il legame sentimentale affettivo della coppia; dando risalto all’intimità e ai sentimenti, la relazione di coppia è investita di aspettative e richieste e diventa fortemente idealizzata. Proprio per questo è facilmente soggetta a delusione.Inoltre, in un contesto sociale dove si è indebolita la dimensione dell’impegno, è conseguentemente aumentato il fenomeno dell’instabilità coniugale e dalle ricerche effettuate pare che a questo fenomeno faccia seguito un maggiore coinvolgimento dei genitori dei coniugi spesso delegati nel ruolo di garanti della stabilità. Questa funzione pare essere assolta in particolar modo dalla famiglia della moglie.Il diffondersi delle convivenze può essere interpretato come tentativo di mantenere viva la relazione di coppia, riducendo l’impegno esplicito e istituzionale. Spesso le convivenze preparano al matrimonio, cha avviene quando la coppia ha un figlio, in tal caso, è il figlio a istituire il legame di coppia.

Secondo Scabini e Cigoli (2000), al prevalere di una logica familiare: “il matrimonio è un fatto di parentela”, subentra la logica dell’accoppiamento: “il matrimonio è un fatto di coppia”, a cui a sua volta subentra la logica del bambino: “il matrimonio è legato alla sua nascita e all’impegno che richiede”. Il patto coniugale è un patto di reciprocità, giuridicamente sancita che tutela diritti e doveri dei coniugi. Il patto coniugale ha una struttura drammatica perché è un legame tra due persone che sono differenti in base al genere e tale diversità è intesa non solo come diversità biologica, ma anche come interiorizzazioni di ruoli e aspettative diverse che convergono nel maschio e nella femmina.

Spesso la coppia si forma intorno all’aspettativa di uno o di entrambi i partner di trovare nell’altro il complemento perfetto a se stessi. Altre volte nella propria formazione la coppia si porta dietro, senza esserne consapevole, i conflitti della generazione precedente. Altre volte ancora l’illusione è quella di poter raggiungere insieme l’età adulta.

Il patto coniugale si fonda su un patto fiduciario, nella misura in cui il patto rappresenta il polo etico, la dimensione dell’obbligo e dell’impegno reciproco e la fiducia il polo affettivo, perché consente l’apertura di credito verso l’altro e la costruzione e nel tempo di un rapporto esclusivo. Senza la fiducia il patto diventa freddo contratto, senza il patto la fiducia diventa una rischiosa apertura di sé, perché affidata solo alla dimensione emotiva della relazione.

Il peso di queste due polarità varia da cultura a cultura e da famiglia a famiglia. Nel corso dei secoli, in particolare nella società occidentale, si è passati da un forte accento sugli aspetti normativi della relazione di coppia, la cui stabilità era controllata dal sociale e dalla famiglie d’origine, ad una accentuazione degli aspetti affettivi, attraverso un forte investimento emotivo da parte dei partner.

Il patto coniugale è un’area cruciale del legame. è un patto che si colloca tra la dichiarazione di impegno e la presenza di una dimensione inconsapevole. Sulla base di questo intreccio si concretizza la scelta reciproca, che si rifà prevalentemente al polo affettivo della relazione. Si può affermare che la salute/malattia della relazione coniugale è data dalla prossimità tra patto dichiarato e patto segreto.

Il patto dichiarato ha nel matrimonio la sua visibilità a livello sociale, dichiarazione di impegno consapevole ed esplicita che si esprime, secondo il rito religioso, con una promessa di fedeltà “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”, si rifà prevalentemente al polo etico della relazione e può essere:

  • fragile: se è povero di impegno;
  • formale: se si basa sulle regole e su una rigida contrattualità. (molto diffuso nelle altre epoche storiche);
  • assunto: se interiorizzato adeguatamente da un punto di vista cognitivo e affettivo.

Il patto segreto è il contratto segreto che comprende i bisogni, gli ideali, le aspettative che ciascuno dei due partner porta dalla sua storia personale e familiare e che ciascuno ambisce a soddisfare nella relazione coniugale. Può essere:

  • impraticabile: quando i bisogni che i due partner sperano di soddisfare reciprocamente vengono sistematicamente disattesi;
  • rigido: quando i partner non sono in grado di rilanciare il patto, cioè di fare il passaggio da “sposo in te questo”“sposo in te quest’altro”. Perciò, esaurita la soddisfazione di quella particolare forma di incastro tra bisogni, il legame viene meno;
  • praticabile: se i partner sono in grado di soddisfare i bisogni affettivi reciproci in modo flessibile, cioè il patto può essere rilanciato e riformulato secondo il mutamento dei bisogni e delle attese delle persone lungo il corso della vita. Sono infatti in grado di passare dalla condizione di “sposo in te questo” a “sposo in te quest’altro” (che conoscendoti ti appartiene).

Se l’obiettivo è la costruzione di un patto coniugale che attui e mantenga viva la confluenza tra patto segreto e patto dichiarato occorre costruire un terreno comune che comprende entrambe le valenze etica-affettiva. Ragionando sui vari tipi di confluenza, è anche possibile, attraverso la conoscenza delle storie personali e familiari dei partner, estrapolare l’incastro di coppia, ossia capire perché ciascun partner è funzionale all’altro, perché l’ha scelto, quali erano le illusioni, i desideri e cosa sceglierebbe ora, cosa non ha funzionato, cosa è mancato, di cosa avrebbe bisogno adesso e dunque dove si sono incistate le delusioni attuali.

A seconda della confluenza, la coppia sarà più o meno in grado di superare gli eventi critici che si presenteranno nel corso del ciclo vitale di tutte le coppie. Il modo in cui la coppia riuscirà ad affrontare tali eventi, dipenderà proprio dalla confluenza tra patto dichiarato e patto implicito:

  • quando patto dichiarato assunto e patto segreto praticabile si incontrano, la coppia funziona in modo creativo, riesce a superare positivamente le transizioni con una continuità innovativa, a costruire una sua propria identità e riesce ad assolvere una funzione mediatrice tra le vecchie e le nuove generazioni;
  • quando il patto dichiarato è formale e il patto segreto è impraticabile la coppia vive in una situazione di disaccordo perché il patto dichiarato è solo un rigido distributore di ruoli e va rispettato fino in fondo, ma c’è un clima di insoddisfazione e ingiustizia poiché i bisogni che i due partner sperano di soddisfare reciprocamente vengono sistematicamente disattesi;
  • quando il patto dichiarato è fragile e il patto segreto è impraticabile la coppia vive in una situazione di deprezzamento perché il patto dichiarato è povero di impegno, inoltre i bisogni che i due partner sperano di soddisfare reciprocamente vengono sistematicamente disattesi;
  • quando il patto dichiarato è formale e il patto segreto è rigido c’è il rischio di crollo del pattoperché il patto dichiarato è solo un rigido distributore di ruoli e i partner non sono in grado di rilanciare il patto, cioè di fare il passaggio da “sposo in te questo” a “sposo in te quest’altro”. Perciò, esaurita la soddisfazione di quella particolare forma di incastro tra bisogni, il legame viene meno;
  • quando il patto dichiarato è fragile e il patto segreto è rigido c’è il rischio della povertà del pattoperché il patto dichiarato è caratterizzato dalla scarsità dell’impegno, inoltre partner non sono in grado di rilanciare il patto, pertanto anche in questo caso il legame viene meno.

Sciogliere il patto a livello dell’impegno non significa scioglierlo a livello del patto segreto, implicito. È il caso del “legame disperante” di cui si è occupato Cigoli (1998). Una sua forma è quella per cui qualcuno nella coppia non può smettere di sperare in quel legame, cioè per quanto gli ex-coniugi tornino nelle proprie famiglie di origine, o vivano da soli coi figli, è solo quel legame ciò che conta e domina. Un’altra forma di legame disperante, è quella per cui uno cerca di levarsi di dosso l’altro, di annullarne la presenza, negando la storia e la propria partecipazione alla stessa.

Ciò che è paradossale è che come insieme si stringe il patto, così insieme lo si scioglie. La separazione è un compito congiunto e per niente affatto solo individuale.

Anna Bassoli

In www.ansiasociale.it

Bibliografia:
Scabini E., Cigoli V. Il famigliare Raffaello Cortina Editore, Milano, 2000
Cigoli V. Il patto infrantoa cura di “La crisi della coppia” Raffaello Cortina Editore, Milano, 1999
Cigoli V. Psicologia della separazione e del divorzio Il Mulino, Bologna, 1998